Pensa ad una clessidra: due ampolle identiche, sovrapposte l’una all’altra.
Una contiene della sabbia. L’altra è vuota.
La clessidra è inerte in sé: luce e buio; bene e male; pieno e vuoto; possibile e impossibile; morte e vita…
Poi interviene una forza che rovescia il tutto dando il via ad un processo, ad una turbolenza.
La sabbia fluisce da un’ampolla all’altra, lentamente ma inesorabilmente. Si genera una realtà di passaggio. Una realtà di moto. Una realtà di energia che scorre.
Gli equilibri mutano.
In un solo istante i pesi e le misure si equivalgono. In un solo istante di tutto il processo di mutazione dell’energia c’è equilibrio.
Poi, alla fine, tutto torna ad essere immoto.
Tutto è silenzio, di nuovo.
Tutto è come all’origine, anche se c’è stato un passaggio.
Ecco, interviene nuovamente un’energia dall’esterno. Tutto ricomincia. Il tempo scorre di nuovo. Gli equilibri cambiano in un processo identico e ripetitivo.
All’infinito.
Cos’è quest’energia esterna che muove la clessidra?
Perché la muove?
Il segreto è nel passaggio. Il resto non esiste. Non conta!
Che post essenziale, quasi zen. Le cose che scrivi e le tue riflessioni sono sempre una sorpresa per la loro contemporanea delicatezza e acutezza.
Posso provare a immaginare? Per me, la clessidra è ciascuno di noi, la sabbia sono i nostri pensieri, i desideri, le emoznioni di ogni tipo, i nostri rapporti con gli altri; ci 'capovolgiamo' giorno dopo giorno, ogni mattina, e facciamo (ri)fluire tutti questi stati d'animo, che si rimescolano nel passaggio delle nostre disposizioni. E il passaggio, che cos'è? Forse avviene quando ci sentiamo spinti a cambiar(ck) gli equilibri (?)
Oppure il tempo è ciclico. L'universo non fa che ripetere sé stesso all'infinito. Ogni cosa che è e che sarà è già stata e sarà di nuovo, senza origine e senza fine, posto che al compiersi di un ciclo vi sia quell'energia che gira nuovamente la clessidra..