Attendevo l’uscita del nuovo libro della dottoressa Cristiana Franco da mesi, finalmente è uscito. Vi riporto qui parte dell’introduzione da “GLI ANIMALI E I LORO UOMINI” edito da Protagon – 2008.
Il libro lo potete anche acquistare in internet (www.bol.it per esempio), inutile dire che lo consiglio caldamente, così come il suo precedente lavoro “SENZA RITEGNO, il cane e la donna nell’immaginario della Grecia antica “.
Chi è Cristiana Franco?
Ecco il suo curriculum: http://www.unisi.it/ricerca/centri/cisaca/CurrFranco.html
Gli animali e i loro uomini
La storia, a volte, procede per salti. O, per meglio dire, la storia culturale registra talora dei sommovimenti violenti che producono improvvisi mutamenti di pratiche e paradigmi rimasti precedentemente immutati, o quasi, per molti secoli o addirittura millenni. La storia della relazione fra uomo e animale sembra trovarsi, per la civiltà occidentale, in una di queste fasi di cambiamento epocale. Nessuna civiltà aveva mai finora prodotto una tale desertificazione della presenza animale nei propri spazi. Si assiste così a un duplice movimento nelle pratiche di relazione fra uomo e animali. Allontanamento e reificazione, da un lato: si pensi al relegamento degli animali negli spazi chiusi dell’allevamento intensivo, o agli animali cavia negli stabulari, creature rese oggetti e manipolati da pochi addetti, lontano dagli sguardi dei consumatori di carni, cosmetici e medicinali. Sul lato opposto, stanno invece nuovi fenomeni nomeni di inclusione e assimilazione: dagli animali pet umanizzati e resi surrogati di figli o amici (cui si destinano prodotti gastronomici di prima scelta e psicoterapie) agli esperimenti di ibridazione costituiti dai trapianti di organi animali in corpi umani. Queste pratiche, diffusesi negli ultimi decenni, hanno alterato non poco il quadro della millenaria contiguità fra uomo e animale e hanno arricchito e complicato la lunga storia culturale che configurava la relazione uomoanimale secondo alcuni assi tradizionali: quello, in ambienti rurali, della produzione di beni (dalla carne alle uova, dal latte alla lana), quello della cooptazione strumentale (animali da trasporto, da lavoro, da soma, da guerra, da caccia, da compagnia, da laboratorio, da gara e così via), quello della competizione (animali infestanti, dai parassiti al lupo, e prede di caccia), quello dell’esemplarità (animale-modello, animale-emblema, animale come operatore tassonomico, animale-simbolo, animale-mostro). (dall’Introduzione di Cristiana Franco)
Da un lato sono totalmente affascinata da quello che leggo, è una boccata d’aria fresca; dall’altro mi chiedo…perchè usare sempre un linguaggio così “alto”?
“Reificazione” non è una parola alla portata di tutti, anche se adattissima.
Alla fine il proprietario medio legge i vari “Paco, re della strada” e “Io e Marley” e si fa una cultura cinofila di serie B o peggio…ma come fa a leggere un libro che più che alla divulgazione appartiene alla saggistica?
Sarebbe però bello che la cinofilia fosse per tutti… Sara